In questa pagina si affronterà il transistor BJT (bipolar junction transistor) come amplificatore. Si analizzarà nel dettaglio
la configurazione ad emettitore comune ma si accenerà anche alla configurazione a collettore comune e base comune.
A questo punto del corso si deve essere in grado di polarizzare correttamente il BJT. Una volta polarizzato nella
regione attiva lineare si studierà il funzionamento
ai piccoli segnali del transistor bipolare. Come "piccolo segnale" si intende un segnale di ampiezza relativamente bassa
tale da non variare sostanzialmente i valori a riposo della polarizzazione e con una frequenza sufficientemente elevata.
La funzione di un amplificatore è aumentare l'ampiezza di un segnale di ingresso per fornirlo, ad esempio, ad un attuatore o ad uno strumento di
misura in uscita. La potenza necessaria è fornita dal suo alimentatore.
Il parametro più importante di un amplificatore è il guadagno spesso indicato dalla lettera maiuscola "A"
(che sta per "amplificazione").
Il guadagno è il rapporto tra l'ampiezza della grandezza di uscita e quella della grandezza di ingresso per cui abbiamo:
In questo capitolo si studierà il BJT ai piccoli segnali: prima con un metodo grafico e poi
dal punto di vista analitico.
Mentre per la ricerca del punto di polarizzazione si era posto
hFE=ICIB
che si era definito il "guadagno di corrente diretto statico del BJT ad emettitore comune in corrente continua",
ora introduciamo hfe (i pedici sono minuscoli!) come
hfe=ΔiCΔiB
definito come "guadagno di corrente diretto dinamico del BJT ad emettitore comune ai piccoli segnali" (vedi Figura 3).
Non è detto che tali guadagni siano uguali per cui in generale:
hFE≠hfe
anche se a livello didattico e per frequenze non troppo elevate spesso si approssima
hFE ≈ hfe
i parametri "dinamici" che introdurremo dipendono in generale dal punto di polarizzazione (andrebbero calcolati di volta in volta!) ma a livello
introduttivo possono essere considerati "dati del problema".
Introdurre un segnale in un BJT ad emettitore comune (polarizzato con tensioni V*BE, V*CE e correnti
I*B e I*C)
significa porre in serie a VBB un segnale variabile vS contenete
l'informazione da amplificare (vedi Figura 4).
Ora la tensione in ingresso al circuito è
vS+VBB
sulla giunzione di base si trova una tensione pari a
VBE=V*BE+vBE
che porta la corrente di base a
IB=I*B+iB
questa corrente di base comporta una corrente di collettore
IC=I*C+iC
e conseguentemente una tensione CE paria a
VCE=V*CE+vCE
Dal momento che il nostro studio serve all'amplificazione di vS e non più della semplice polarizzazione
(ipotizzata costante), sfruttando il principio di linearità possiamo occuparci delle sole variazioni "spegnendo" (ossia
mettendo a massa) tutti i segnali di alimentazione (VBB e VCC) che sono invece costanti (Figura 5).
Il segnale vS provoca una variazione vBE sulla giunzione BE che a
sua volta provoca una variazione iB della corrente di base. La variazione della corrente di base provoca una variazione
iC della corrente di collettore e quindi una variazione di tensione vCE sul collettore.
Il guadagno di tensione totale è proprio
AVt=vCEvS
Nei prossimi paragrafi si illustrerà nel dettaglio, prima usando i grafici e poi le formule, l'amplificazione di tensione con BJT ad emettitore comune.
Ponendosi sulla caratteristica di ingresso del BJT ad emettitore comune Figura 6 si nota come al variare del segnale di ingresso vS (qui supposto sinusoidale) la retta di carico trasli parallelamente a se stessa attorno alla posizione di equilibrio (con solo la polarizzazione) e che ciò provochi una variazione della corrente di base iB e anche (seppur in minor misura vista la grande pendenza della caratteristica di ingresso del BJT) della vBE. A proposito della variazione della vBE, questa non deve essere mai minore a Vγ... pena l'interdizione del transistor.
In Figura 7 si evidenzia come la variazione iB della corrente di base porti a una variazione attorno punto di lavoro a riposo sulla retta di carico
della caratteristica di uscita: infatti una variazione iB provoca una variazione iC della corrente di collettore. Il fatto che cambi la corrente di collettore
provoca, infine, una variazione della tensione vCE.
Riassumendo
vS→iB→ic→vCE.
dal confronto delle Figure 6 e Figure 7 si nota come una piccola vS provochi, in primo luogo grazie al guadagno di corrente,
un'alta vCE.
Si nota infine come la vCE sia in opposizione di fase rispetto alla corrente iC, ib e alle tensioni
vS, vBE. Per questo si dice che la configurazione ad emettitore comune è un amplificatore invertente.
Una volta che attraverso lo studio grafico si è compreso come il BJT possa amplificare una tensione in ingresso, introduciamo
il modello a parametri ibridi (indicati dalla lettera minuscola "h" che
sta per il termine inglese "hybrid") del transistor a emettitore comune per piccoli segnali (quindi le
correnti iB, iC e le tensioni vBE, vCE
sono intese come le variazioni di correnti e le variazioni di tensioni). Possiamo scrivere le seguenti equazioni:
vBE=h11iB+h12vCE
iC =h21iB+h22vCE
di facile dimostrazioni le seguenti osservazioni (che spiegano la dicitura di "parametri ibridi"... infatti sono dimensionalmente diversi!):
Il parametro hoe dà ragione del fatto che le caratteristiche di uscita siano inclinate e non perfettamente orizzontali.
Il parametro hre spiega l'effetto Early ossia come la tensione di collettore vCE (uscita) si ripercuota sulla tensione in ingresso vBE facendo diminuire la corrente iB (per questo si chiama "reverse"). Questo porta a una traslazione della caratteristica di ingresso e a un'inclinazione leggermente differente di ogni caratteristica di uscita.
Ritornando alle due equazioni:
vBE=hieiB+hrevCE
iC =hfeiB+hoevCE
queste rappresentano il circuito di Figura 11
Un ordine di grandezza di questi parametri per il BJT BC107 è:
Introducendo nel circuito non semplificato di Figura 11 anche la resistenza RS del generatore di segnale e la resistenza RC del collettore, il circuito ai piccoli segnali diviene quello di Figura 13
Dell'amplificatore di Figura 13 ci interessano le seguenti caratteristiche:
Partiamo da guadagno di corrente Ai=iCiB:
dove
iC=hfeiB+hoevce
e vce=-RCiC
quindi
iC=hfeiB - hoeRCiC
iC(1+hoeRC)=hfeiB
di conseguenza
iC=hfeiB(1+hoeRC)
quindi
Ai=iCiB=hfe(1+hoeRC)
che con i parametri ibridi semplificati hoe→0;
Ai≈hfe.
Per la Resistenza di ingresso Rin=vBEiB
dove
vBE=hrevce+hieiB
iB=vBE-hrevcehie
considerando che si è già trovato che:
vce=-RCiC con
iC=hfeiB(1+hoeRC)
quindi
vce=-RChfeiB(1+hoeRC)
quindi
vBE=-RChfehreiB(1+hoeRC)+hieiB
da cui si ricava che
Rin=vBEiB=-RChfehre(1+hoeRC)+hie=hie-hreRCAi
che con i parametri ibridi semplificati hre→0;
Rin≈hie.
Per il Guadagno di tensione Av=vCEvBE
avendo già trovato che
vCE=-RCiC
e per definizione di resistenza di ingresso
vBE=Rinib
Av=-RCiCRinib=-RCAiRin
il segno negativo indica che, come trovato graficamente, il BJT ad emettitore comune è un amplificatore di tensione invertente.
Il guadagno di tensione diviene con i parametri ibridi semplificati per cui Ai≈hfe e Rin≈hie
Av≈-RChfehie
Per la resistenza di uscita Ru=vCEiC si procede spegnendo il segnale vS cioè cortocircuitandolo come mostrato in Figura 14.
Quindi:
iB=-hreRS+hievCE
e quindi
vCE= -RS+hiehREiB
iC=hfeiB+hoevCE=hfeiB-(RS+hie)hoehREiB
applicando ora la definizione di resistenza di uscita
Ru=vCEiC=RS+hiehoe(RS+hie)-hrehfe
in caso di circuito con parametri ibridi semplificati la resistenza di uscita sarebbe
Ru→+∞.
Se si vuole esaminare, infine, il guadagno totale di tensione pari a Avt=vCEvS
vS=vBE+RSiB
tornando alla formula:
Avt=vCEvS=vCEvBE+RSiB
dividendo il numeratore e il denominatore del secondo membro per vBE e ricordando che Av=vCEvBE
Avt=
Av1+RSiBvBE
ricordando che Rin=vBEiB
Avt=
Av1+RSRin=AvRinRin+RS
Per rendere indipendente la polarizzazione di ciascuno stadio (un amplificatore può avere più stadi in "cascata" per aumentare il
guadagno), si mettono dei condensatori tra uno stadio e il successivo (Cin e Cout) che sono detti condensatori
di accoppiamento. Inoltre si era introdotta RE per stabilizzare la polarizzazione
in corrente continua di ciascuno stadio... tuttavia è dimostrabile che
RE riduca il guadagno quando si vuole amplificare un segnale quindi questa RE viene posta in parallelo ad una capacità
CE (chiamato condensatore di Bypass). Questi condensatori presentando infatti una reattanza
XC=-1ωC
inversamente proporzionale alla pulsazione (e quindi alla frequenza) sono quindi dei corto circuiti per il segnale (alta frequenza) ma
sono dei circuiti aperti per la polarizzazione in corrente continua (frequenza nulla).
Questo consente di accoppiare gli stadi di polarizzazione indipendenti e di bypassare RE.
Per il segnale variabile (quindi con le tensioni continue messe a massa e i condensatori che si comportano da corto circuiti), il circuito con polarizzazione automatica diviene quello di Figura 16 in cui si nota che le resistenze R1 ed R2 sono tra loro in parallelo e la resistenza di collettore RC finisce ugualmente in parallelo alla resistenza di carico RL. La resistenza RE viene cortocircuitata (è dimostrabile che la sua presenza limiti il guadagno di tensione).
Chiamando RB il parallelo di R1 ed R2 il circuito completo ai piccoli segnali usando il modello a parametri ibridi introdotto in precedenza diviene quello di Figura 17.
Di questo circuito si calcoleranno i valori di
Chiamando R'B il parallelo che si forma tra RB ed RS
R'B=RB // RS
Ru=vCEiC=R'B+hiehoe(R'B+hie)-hrehfe
analogalmente R'u, la resistenza di uscita dello stadio amplificatore vale
R'u=RC // Ru.
Infine il guadagno totale di tensione Avt
Avt=vCEvS=vCEvBEvBEvS=AvR'inR'in+RS
Si vuole qui mostrare, usando il circuito a parametri ibridi semplificato riproposto in Figura 19, l'influenza della resistenza di emettitore RE se non ci fosse il condensatore di by-pass CE
Mentre non si hanno sostanziali effetti sul guadagno di corrente, il guadagno di tensione diviene:
Av=vCTvBT
dove
vBT=hieiB+RE(iB+hfeiB)
vCT=-RChfeiB
per cui il guadagno, sfruttando i parametri semplificati, diviene
Av=vCTvBT=-RChfehie+RE(1+hfe)
da quest'ultima equazione si evince che la presenza di RE impatta negativamente sul guadagno (lo fa calare) e si necessita dunque del
condensatore CE di by-pass.
In compenso l'aggiunta di una RE non bypassata da un condensatore, per alti valori di hfe, stabilizza il guadagno infatti e lo rende indipendente da hfe stesso:
hfe→+∞
Av=-RChfehie+RE(1+hfe)→-RC+RE
Av≈-RCRE.
Sempre usando il modello ibrido semplificato del BJT si analizzeranno le caratteristiche del transistor a collettore comune: qui si potrebbe trovare un modello circuitale identico a quello del BJT ad emettitore comune ma con i parametri hic, hrc, hfc, hoc in cui si nota al secondo pedice figura la lettera "c" per indicare che sono inerenti la configurazione a collettore comune. Oppure (più semplicemente), come faremo di seguito, si utilizzeranno gli stessi parametri dell'emettitore comune rimaneggiando il modello circuitale.
il guadagno di corrente risulta essere
Ai=iEiB=-(hfe+1)
il guadagno di tensione risulta
Av=vECvBC=RE(hfe+1)hie+RE(hfe+1)
per valori sufficientemente elevati di REhfe
Av→1
il guadagno è unitario e la tensione di uscita è pari a quella di ingresso per ogni carico (viene detto quindi "buffer di tensione"
oppure "emitter follower").
Per la resistenza di ingresso:
Rin=vBCiB=hie+(hfe+1)RE
la resistenza di ingresso risulta quindi molto elevata.
La resistenza di uscita (mettendo a massa il segnale di ingresso)
Ru=vECiE=hie+RS1+hfe
la resistenza di uscita risulta quindi molto bassa.
Sempre usando il modello ibrido semplificato del BJT si analizzeranno le caratteristiche del transistor a base comune: qui si potrebbe trovare un modello circuitale identico a quello del BJT ad emettitore comune ma con i parametri hib, hrb, hfb, hob in cui si nota al secondo pedice figura la lettera "b" per indicare che sono inerenti la configurazione a cbase comune. Oppure (più semplicemente), come faremo di seguito, si utilizzeranno gli stessi parametri dell'emettitore comune rimaneggiando il modello circuitale.
il guadagno di corrente risulta essere
Ai=iCiE=-hfe1+hfe
per i valori tipici di hfe:
Ai→-1
essendo il guadagno di corrente negativo unitario, la corrente di collettore risulta pari a quella di emettitore indipendentemente dal carico.
Per questo motivo la configurazione a base comune è detta "buffer di corrente".
Il guadagno di tensione risulta
Av=vCBvEB=RChfehie
Rin=vEBiE=hie1+hfe
la resistenza di ingresso risulta quindi molto bassa.
La resistenza di uscita (mettendo a massa il segnale di ingresso)
Ru=vCBiC→+∞.
la resistenza di uscita risulta quindi molto elevata.
Per pilotare alte correnti con una bassissima corrente di base (come avviene in una applicazione di "potenza") si usano transistor collegati a "collettore comune" come in Figura 22 A e Figura 22 B. Tale collegamento viene detto giunzione Darlington. Tale giunzione può essere migliorata con il collegamento Figura 22 C (coppia Sziklai)
il guadagno di corrente complessivo risulta essere il prodotto dei guadagni di corrente dei singoli transistor
hFE=hFE1hFE2
Tra i difetti della giunzione Darlington possiamo elencare: l'alto tempo di spegnimento della coppia, l'alta VBE (somma di tue tensioni
di base-emettitore) e l'impossibilità di saturare (se il secondo transistor saturasse si spegnerebbe il primo... ma se si spegne il primo
il secondo non saturerebbe ma addirittura si spegnerebbe!). Per ovviare a questi inconvenienti si ricorre dunque alla coppia Sziklai.
In Figura 23 viene riportato il prospetto delle varie configurazioni.