A livello di centrali di produzione dell'energia elettrica e dell'utilizzo di questa nelle potenze superiori al kW è vantaggioso l'uso di tensioni trifase. Questo termine indica che la tensone è prodotta in terne in cui ogni forza elettromotrice è sfasata di 120° rispetto alle altre. Da qui nasce il termine trifase. I vantaggi sono fondamentalmente il risparmio sui conduttori (come vedremo in questa sezione) e la possibilità di creare un "campo magnetico rotante" (dello studio del quale ci si occuperà nella trattazione delle macchine elettriche)
Si definisce sistema di tensioni trifase un insieme di tre tensioni isofrequenziali (aventi cioè la medesima frequenza). Se le tre tensioni sono uguali in modulo e sfasate di un terzo di periodo (120°) il sistema si dice simmetrico nelle tensioni. Un sistema trifase (e simmetrico) di tensioni può essere quello indotto negli avvolgimenti degli alternatori (infatti tali avvolgimenti sono disposti a 120° gli uni rispetto agli altri come mostrato in Figura 2).
Guardando sempre al generatore, i tre avvolgimenti sono a loro volta collegati tra loro in un punto (hanno tutti un capo in comune) oppure possono essere collegati uno di seguito all'altro. Nel primo caso si chiama "collegamento a stella" (e il punto in comune è chiamato centro stella o neutro), nel secondo caso (avvolgimenti la cui fine di uno è collegato all'inizio dell'altro) si parla di "collegamento a triangolo". In termini elettrotecnici si parla di Y per il collegamento a stella o D (in alternativa anche Δ) per il collegamento a triangolo. Nei generatori collegati a stella si rende disponibile un quarto filo collegato al centro stella chiamato "conduttore neutro" mentre gli altri conduttori sono detti di "fase". In un collegamento a triangolo non è invece possibile accedere al filo neutro. Vediamo una rappresentazione schematica del collegamento a stella in Figura 4, mentre in Figura 5 è schematizzato il collegamento del generatore a triangolo (in figura 6 una rappresentazione alternativa dei generatori trifase). I morsetti dei fili che contraddistinguono le fasi possono essere chiamati anche 1, 2, 3 oppure L1, L2, L3 in alternativa U, V, W o infine R, S, T; il morsetto neutro è indicato dalla lettera N.
In riferimento al collegamento del generatore (in cui in ogni avvolgimento di fase è indotta una tensione di modulo E) a stella (Figura 4) definiamo
"tensione di fase" (o tensione stellata) Vf
la differenza di tensione tra il filo di fase (che, nel caso di collegamento a stella, coincide con il filo di linea) e il filo di neutro. Dall'analisi di Figura 4 e osservando che il
filo di neutro ha lo stesso potenziale del centro stella risulta immediato
Vf1 = E1
Vf2 = E2
Vf3 = E3
Viene definita tensione concatenata (o di linea)
V12,
V21,
V31
la differenza di tensione tra due fili di fase diversa. Quindi
V12 = Vf1 - Vf2
V21 = Vf2 - Vf3
V31 = Vf3 - Vf1
Analogalmente si definiscono correnti di fase del generatore le correnti che percorrono i singoli avvolgimenti del generatore
If1,
If2,
If3;
mentre correnti di linea sono chiamate quelle che percorrono i conduttori collegati esternamente ai terminali delle tre fasi del generatore
I1,
I2,
I3;
Visto che il collegamento è a stella (le fasi sono in serie alle linee di collegamento) le correnti di linea coincidono con quelle di fase
If1 = I1
If2 = I2
If3 = I3
Per il principio di Kirchhoff ai nodi sul filo di neutro si richiude la corrente I0 che è la somma delle tre correnti di linea.
I0 = I1 + I2 +I3
In riferimento al collegamento del generatore a triangolo (Figura 5) si definisce tensione di fase la tensione ai capi di ogni avvolgimento di fase,
ma in questo caso non
c'è il conduttore di neutro quindi la tensione ai capi di ogni fase risulta uguale alla differenza di tensione tra i morsetti del generatore
Vf1 = V12
Vf2 = V23
Vf3 = V31
ma tali tensioni sono proprio le tensioni concatenate (dette anche tensioni di linea).
Sempre in riferimento al generatore collegato a triangolo definiamo correnti di fase
If1,
If2,
If3
quelle che percorrono gli avvolgimenti del generatore; mentre si definiscono correnti di linea
I1,
I2,
I3
quelle che sono prelevate ai morsetti del generatore e
quindi dall'analisi di Figura 5, per il principio di Kirchhoff ai nodi, risultano essere la differenza vettoriale di due correnti di fase consecutive.
I1 = If1 - If3
I2 = If2 - If1
I3 = If3 - If2
Nel paragrafo precedente si è visto che, nel caso di collegamento a stella, abbiamo due terne di tensioni tra loro dipendenti: le tensioni stellate (o di fase) che rappresentano la differenza di potenziale tra un filo di fase e il punto "centrale" di collegamento del generatore, e le tensioni concatenate che rappresentano la differenza di potenziale tra due fili di fase diversa. Nel caso di simmetria delle tensioni (come quelle prodotte da un alternatore trifase) le tensioni risultano uguali in modulo e sfasate di 120°. Questo è rappresentato dalla Figura 7 in cui la posizione dei vettori è individuata sul piano di Gauss.
Scriviamo in forma polare e cartesiana le tensioni stellate (sfasate reciprocamente di 120° e tutte di modulo E)
E1 = E∠90° = Ecos90°+jsin90° = Ej
E2 = E∠-30° = Ecos-30°+jsin-30° =
E
√
3
2
-
Ej
2
E3 = E∠-150° = Ecos-150°+jsin-150° =
-E
√
3
2
-
Ej
2
Ricaviamo le tensioni di linea (concatenate)
V12 = E1 - E2 = -E
√
3
2
+
3Ej
2
= E√3∠120°
V23 = E2 - E3 = E√
3 = E√3∠0°
V31 = E3 - E1 =
-E
√
3
2
-
3Ej
2
= E √3∠-120°
Da questi calcoli risulta che anche la terna delle tensioni concatenate (o di linea) rappresenta (se la terna delle tensioni
di fase è simmetrica) anch'essa una terna simmetrica: cioè
tre tensioni di uguale modulo
V = E√3
e sfasate tra loro di ±120°. Se ad esempio la tensione stellata è 230 V la tensione concatenata vale 400V.
La terna concatenata risulta in anticipo di 30° sulla terna stellata (V12 rispetto a E1,
V23 rispetto a E2, V31 rispetto a E3).
Inoltre risulta in caso di simmetria delle tensioni
E1 + E2 + E3 = 0
questo vuol dire che in ogni istante la somma delle tensioni stellate in un sistema simmetrico è nulla (i vettori costruiscono
una figura chiusa in particolar modo un "triangolo equilatero").
Questo risultato è estendibile anche alle tensioni concatenate
V12 + V23 + V31 = 0
Dopo aver trattato le tensioni, di fase e di linea, prodotte da un generatore trifase, si passa ora allo studio delle correnti
che circolano in un carico trifase. Il carico supponiamo che sia di uguale impedenza in ciascuna fase: si generano così
correnti di ugual modulo e sfasate dello stesso angolo. Tale tipo di carico viene definito "equilibrato nelle correnti".
Come per il generatore, anche un carico trifase può essere collegato a triangolo, a stella (e anche a stella con neutro).
Il generatore è collegato a stella e così anche il carico (Figura 10). La corrente che circola in ogni fase è uguale alla tensione stellata diviso l'impedenza di ogni fase
I1 = If1 = E1 Z1
I2 = If2 = E2 Z2
I3 = If3 = E3 Z3
Le tensioni sono tutte uguali in modulo E e sfasate reciprocamente di 120° ("simmetria delle tensioni").
Nel caso di carico equilibrato risulta inoltre che
Z1 = Z2 = Z3 = Z = R + jX
In ogni fase del carico lo sfasamento tra tensione di fase e corrente di fase è uguale a
φ = arctan X R
I1 = If1 = E∠0° Z∠φ = EZ ∠-φ
I2 = If2 = E∠-120° Z∠φ = EZ ∠-120°-φ
I3 = If3 = E∠+120° Z∠φ = EZ ∠120°-φ
Le correnti (di fase che coincidono con quelle di linea) risultano quindi tutte uguali in modulo pari a
I = EZ
e sfasate tra di loro di ±120°.
Lo sfasamento della corrente rispetto alla tensione è identico in tutte le fasi
cos φ = cos φ1 = cos φ2 = cos φ3
Questo è illustrato in Figura 11
Essendo le correnti, nel caso equilibrato, uguali tra di loro e sfasate di 120° la loro somma è nulla.
I0 = I1 + I2 + I3 = 0
In sintesi se il carico è a stella possiamo dire che le correnti di fase sono uguali a quelle di linea, che le tensioni di linea
sono uguali alla differenza delle tensione di fase. Se la terna delle tensioni di fase è simmetrica le tensioni di linea (concatenate) sono
√3 volte la tensione di fase.
Se il carico è inoltre costituito da tre impedenze di ugual modulo e fase (carico equilibrato) anche le correnti di fase (e linea) costituiscono
una terna simmetrica.
In questo caso il generatore è collegato a stella mentra il carico a triangolo.
La tensione sul carico è uguale alla tensione di linea (concatenata) che nel caso di simmetria delle tensioni si traduce, come già ricavato in precedenza, in
V12 = E1 - E2 = E√3∠120°
V23 = E2 - E3 = E√3∠0°
V31 = E3 - E1 = E√3∠-120°
Le tensioni sulle fasi del carico sono tutte uguali in modulo E√3 e sfasate reciprocamente di 120° ("simmetria delle tensioni").
In generale per le correnti che circolano sulle fasi del carico
If1 = V12 Z1
If2 = V23 Z2
If3 = V31 Z3
Nel caso di carico equilibrato risulta inoltre che
Z1 = Z2 = Z3 = Z = R + jX
In ogni fase del carico lo sfasamento tra tensione di fase e corrente di fase è uguale a
φ = arctan X R
If1 = E√3∠120° Z∠φ = E√3Z ∠120-φ
If2 = E√3∠0° Z∠φ = E√3Z ∠-φ
If3 = E√3∠-120° Z∠φ = E√3Z ∠-120-φ
Possiamo considerare il modulo delle correnti di fase nel caso simmetrico-equilibrato pari a
If = E√3Z
Per quanto riguarda le correnti di linea assorbite da un carico a triangolo
I1 = If1 - If3
I2 = If2 - If1
I3 = If3 - If2
che nel caso simmetrico ed equilibrato si traduce, considerando φ = 0 senza nulla togliere alla generalità della ralazione tra correnti
di linea e di fase, in
I1 = Ifcos120° + jIfsin120° - Ifcos-120° - jIfsin-120° = 2Ifsin120° = If√3∠90°
I2 = Ifcos0° + jIfsin0° - Ifcos120° - jIfsin120° = If√3∠-30°
I3 = Ifcos-120° + jIfsin-120° - Ifcos0° - jIfsin0° = If√3∠210°
In questo caso (Figura 14) le tensioni sulle fasi del carico sono uguali a quelle delle fasi del generatore e coincidono tutte con le tensioni concatenate. Anche qui, se il carico è equilibrato e le tensioni simmetriche, la terna delle correnti è simmetrica Per gli altri risultati (sul calcolo delle correnti di fase e di linea) possiamo sfruttare quello che si è ottenuto nel caso stella-triangolo
In questo caso (Figura 15) per calcolare le tensioni V10, V20, V30 sulle fasi del carico dobbiano trovare la tensione tra il punto O (centro stella del carico) e i punti 1,2,3 del generatore. Si devono scrivere equazioni di maglia
V12 = V10 - V20
V23 = V20 - V30
V31 = V30 - V10
La terza equazione è linearmente dipendente dalle prime 2, quindi non serve: al suo posto mettiamo
I1 + I2 + I3 = 0
perché manca il quarto conduttore di neutro.
Quest'ultima equazione la riscriviamo sfruttando la legge di Ohm
V10Z1 + V20Z2 + V30Z3 = 0
Nel caso di carico equilbrato
Z1 = Z2 = Z3 = Z
quindi l'equazione delle correnti si traduce in
V10 + V20 + V30 = 0
Ricavando, ad esempio V20
V20 = -V10 - V30
che va messa a sistema
V20 = -V10 - V30
V12 = V10 - V20
V23 = V20 - V30
quindi
V12 = V10 + V10 + V30 = 2V10 + V30
V23 = -V10 - V30 - V30 = -V10 - 2V30
Eliminando V30
2V12 + V23 = 3V10
riscritta
3V10 = 2V12 + V23
mettendo i numeri complessi delle tensioni simmetriche di modulo V e prendendo a fase nulla V12
3V10 = 2V - 0,5V - 0,5jV√3
3V10 = 1,5V - 0,5jV√3
risolvendo quest'ultima
V10 = V√3∠-30°
A questo risultato si poteva pervenire analizzando il diagramma vettoriale di Figura 16 ricordando le proprietà e le
relazioni tra i lati e le altezze dei triangoli equilateri
Dalla teoria delle matrici associate ai quadripoli possiamo ottenere quadripoli collegati internamente in modo diverso ma che ai morsetti se sottoposti alle stesse tensioni assorbono le stesse correnti. Quadripoli di questo tipo si dicono equivalenti. Quindi è possibile trasformare un carico collegato a stella (di impedenza Z1 Z2 Z3) in uno collegato a triangolo (di ammettenza Y12 Y23 Y31) e viceversa. (NB: si ricorda che in genearale Y=Z-1).
Se l'alimentazione è simmetrica e il carico equilibrato, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti tutte le grandezze di ogni terna (tensioni di fase e concatenate, correnti di fase e di linea) si ripetono uguali e sfasate di 120°. Questo lo si vede dai calcoli e dai diagrammi vettoriali. Quindi si può studiare una singola fase e replicare i risultati per le altre due.
Il circuito di Figura 18 di cui si ignora il "collegamento interno" viene così studiato:
Dato il seguente circuito trifase (simmetrico ed equilibrato) calcolare I, I1, I2, If
Per prima cosa si trasforma il triangolo di Z1 in stella
Z1y = Z13
Z1y = 20 - 10j
così ci si riconduce alla seguente Figura 20
Essendo i carichi simmetrici ed equilibrati le tensioni sulle fasi della terna Z1y e Z2
sono uguali: costituiscono una terna con gli stessi vertici quindi 0' e 0'' coincidono: le due stelle così ottenute sono in parallelo (anche
se fisicamente 0' e 0'' non hanno nessun collegamento elettrico).
Ora si passa al circuito equivalente monofase
Il centro stella del generatore 0, il centro stella del primo carico 0' e del secondo carico 0'' sono per ragioni di simmetria allo stesso
potenziale pur non essendo uniti da nessun conduttore, per questo si usa una linea tratteggiata.
Zeq = R + Z1y // Z2 = R + Z1yZ2Z1y+Z2
Zeq = 5 + (20 - 10j)(40 + 25j)(20 - 10j)+(40 + 25j)
Zeq = 5 + (20 - 10j)(40 + 25j)60 + 15j
Zeq = 5 + 100j + 105060 + 15j = 300 + 75j + 100j + 105060 + 15j = 1350 + 175j 60 + 15j
Zeq = 1350 + 175j 60 + 15j 60 - 15j 60 - 15j
Zeq = (1350 + 175j)(60 - 15j) 3825
Zeq = 21,9 - 2,55j = 22,0 Ω ∠-6,64°
Sempre in riferimento al circuito monofase equivalente la corrente di linea è pari a
I = EZeq
dove E vale rispetto alla concatenata V
E = V√3 = 220 Volt
I = 22022 ∠-6,64 = 10 A ∠6,64°
Per calcolare I1 e I2 ricorriamo alla formula del partitore tra due impedenze
I1 = Z2Z1y + Z2 I
I1 = 40 + j2560 + 15jI
scrivendo in forma polare
I1 = 47,2 ∠32,0°61,8 ∠14,0° 10 ∠6,64 = 7,64 A ∠24,6°
analogalmenente
I2 = Z1Z1y + Z2 I
Che in forma cartesiana è
I2 = 20 - 10j60 + 15jI
e in forma polare
I2 = 22,4 ∠-25,6°61,8 ∠14,0° 10 ∠6,64 = 3,62 A ∠-33,0°
Infine per calcolare la corrente If sulla fase del triangolo: per il modulo
If = I1√3
If = 4,4 A
Mentre per la fase si è già dimostrato che le correnti della fase n.1 sono in anticipo di 30° sulla corrente di linea n.1
If1= 4,4 A ∠54°.
I risultati si replicano sfasando di ±120° per tutte le altre fasi non direttamente studiate
Se il carico non è equilibrato si deve procedere a uno studio "fase per fase" come se si trattasse di tre circuiti monofase indipendenti. Se il collegamento è a stella con neutro Figura 22, nel conduttore di neutro (che potrebbe avere anche un'impedenza non trascurabile Z0) si richiude la somma vettoriale delle tre correnti di fase.
Si possono ottenere le quattro correnti con Millman trovando prima la differenza di potenziale tra il centro
stella del generatore 0 e dei carichi 0'
V0'0 = Y1E1 + Y2E2 + Y3E3Y1 + Y3 + Y3 + Y0
In questa relazione Y1, Y2, Y3, Y0 sono le ammettenze (reciproco delle impedenze) dei conduttori di fase e di neutro.
Le correnti si calcolano
I1 = Y1( E1 - V0'0)
I2 = Y2( E2 - V0'0)
I3 = Y3( E3 - V0'0)
I0 = Y0V0'0
Se non c'è il filo di neutro come in Figura 23 le relazioni si semplificano
V0'0 = Y1E1 + Y2E2 + Y3E3Y1 + Y3 + Y3
Le correnti sono solo tre
I1 = Y1( E1 - V0'0)
I2 = Y2( E2 - V0'0)
I3 = Y3( E3 - V0'0)
Se il carico è a triangolo Figura 24 le correnti in ogni fase sono pari alla tensione di linea divisa per l'impedenza della fase
Il metodo per il calcolo della potenza attiva e reattiva cambia a seconda che il sistema trifase sia a tre o a quattro fili e se è equilibrato nelle
correnti. Analizziamo di seguito i singoli casi ricordando che lo strumento di misura per le potenze è il Wattmetro, strumento
a quattro morsetti: con una bobina voltmetrica (sensibile alla tensione) e una bobina amperometrica
(sensibile alla corrente). Si predilige l'inserzione della bobina voltmetrica a monte di quella amperometrica
in caso di tensioni alte e correnti basse (alte impedenze di carico), viceversa si preferisce l'inserzione a valle della bobina voltmetrica rispetto a quella amperometrica in caso di
tensioni basse e correnti alte (basse impedenze di carico).
In generale possiamo dire che la potenza attiva assorbita da un sistema trifase è la somma delle potenze attive assorbita da ciascuna fase (stesso
discorso per la potenza reattiva che risulta la somma della potenza reattiva scambiata con ogni fase). Quest'ultimo risultato è un'applicazione del
teorema di Boucherot per i sistemi trifase Figura 25.
P = P1 + P2 + P3 ;
Q = Q1 + Q2 + Q3 ;
S2 = (P1 + P2 + P3)2 + (Q1 + Q2 + Q3)2 ;
Se il sistema è simmetrico ed equilibrato possiamo trovare la potenza di una fase (supponiamola collegata a stella) e moltiplicarla per 3:
Collegamento a stella
P = 3 EIcos φ
Dove E è il modulo della tensione di fase (stellata) mentre I è il modulo della corrente di fase coincidente con la corrente di linea.
Riferendoci alla tensione concatenata di modulo V
E = V√3
Risulta che
P = √3V I cos φ
A quest'ultima formula si poteva giungere ipotizzando il carico collegato a triangolo in cui la tensione di fase è proprio la tensione concatenata ma la corrente di fase è la corrente di linea diviso √3
Formule simili, in caso di sistema simmetrico ed equilibrato, valgono per le potenze reattive:
Q = √3V I sin φ
Mentre non ci sono dubbi su come collegare i morsetti amperometrici (che devono misurare la corrente), i morsetti Voltmetrici possono essere collegati in diverso modo come mostrato in Figura 26 in cui "M" è detto "ponte maggiore" e la bobina voltmetrica è collegata tra la fase della bobina amperometrica (1) e la fase precedente (3), nel "ponte minore" "m" la bobina voltmetrica è collegata tra la la fase della bobina amperometrica (1) e la fase successiva (2). Infine q (detto ponte di "quadratura") la bobina voltmetrica viene collegata tra la fase successiva (2) e la fase precedente (3). Un altro modo usato per indicare il collegamento del wattmetro è esplicitare nei pedici il collegamento della bobina voltmetrica: ad esempio W12 indica che la bobina voltmetrica è collegata tra la fase 1 e 2 (mentre si sottointende che la bobina amperometrica è collegata alla fase 1 cioè alla fase indicata dal primo pedice... questa notazione non si può usare per il wattmetro q)
Indicando con il simbolo • il prodotto scalare (operatore che esegue il
prodotto dei moduli della tensione misurata, della corrente e del coseno dello sfasamento tra le due grandezze),
il ponte maggiore M1 della prima fase misura
M1 = W13 = V13 • I1
Il ponte minore m1 della prima fase misura
m1 = W12 = V12 • I1
Mentre il ponte in quadratura q1
q1 = V23 • I1
Dalle relazioni tra le tensioni (V23 = V13 - V12 ) risulta evidente che l'indicazione del "ponte di quadratura" della i-esima fase qi vale
qi = Mi - mi
Applicando la definizione di potenza di un sistema trifase come somma delle potenze delle singole fasi possiamo collegare i wattmetri come in Figura 27
P = W1N + W2N + W3N
La potenza di ogni fase è pari al prodotto della corrente che passa nel conduttore e la tensione moltiplicato per il coseno dello sfasamento: questo si chiama in fisica "prodotto scalare". Nei sistemi a tre conduttori non esiste un riferimento assoluto per le tensioni come poteva essere il conduttore neutro. Qui dimostriamo che nei sistemi a tre conduttori la potenza attiva assorbita è indipendente dal potenziale del "centro stella" considerato.
Calcoliamo la potenza rispetto al punto A di Figura 28
P(A) = E1A • I1 + E2A • I2 + E3A • I3
dove il simbolo • rappresenta il prodotto scalare (cioè il prodotto algebrico dei moduli per il coseno dello sfasamento dei vettori indicanti
tensione e corrente).
Calcoliamo ora la potenza rispetto al punto B sempre di Figura 28
P(B) = E1B • I1 + E2B • I2 + E3B • I3
Ora E1B, E2B e E3B possono essere espresse dalla somma della rispettiva tensione rispetto ad A
aggiungendo la differenza di tensione tra A e B
E1B = E1A + EAB
E2B = E2A + EAB
E3B = E3A + EAB
Quindi
P(B) = E1A • I1 + EAB • I1 +
E2A • I2 + EAB • I2 +
E3A • I3 + EAB • I3
Raccogliendo opportunamente
P(B) = E1A • I1 + E2A • I2 + E3A • I3 + EAB • (I1 + I2 + I3)
ma la somma delle tre correnti in un sistema a tre fili è sempre nulla! Questo lo si evince dal principio di Kirchhoff ai nodi.
Quindi risulta
P(B) = E1A • I1 + E2A • I2 + E3A • I3 = P(A)
In un sistema a tre fili la potenza è indipendente dal riferimento delle tensioni che può essere scelto così arbitrariamente:
può essere scelto come riferimento anche una fase stessa dando luogo all'inserzione Aron (che sarà trattata tra poco).
Per il momento possiamo dire che per calcolare la potenza è sufficiente sommare (tenendo conto del segno!) le tre indicazioni
dei wattmetri collegati come in Figura 29
P = W1A + W2A + W3A
Tenendo presente, come prima dimostrato, che in un sistema trifase la potenza (intesa come somma dei wattmetri) non
dipende dal riferimento della tensione (nel nostro caso A), possiamo scegliere A coincidente con una fase (ad esempio fase 3).
L'indicazione del wattmetro su questa fase vale identicamente 0 (è il prodotto di una corrente non nulla per una tensione nulla).
Questo tipo di inserzione si chiama "Inserzione Aron" Figura 30.
P = W13 + W23
In altri termini la potenza attiva di un sistema trifase a tre fili è la somma della lettura di un ponte maggiore su una fase e di un ponte minore
sulla fase successiva.
Anzichè la fase 3 come riferimento poteva essere presa pure la 1 e la 2: le indicazioni sicuramente cambiano ma non cambia la loro somma.
Per misurare la potenza rattiva in un sistema trifase simmetrico ed equilibrato (come quello indicato dal diagramma vettoriale di Figura 31)
indipendentemente dal numero di fili (3 o 4 perchè nel quarto filo non passa comunque corrente) si ricorre sempre all'inserzione di Figura 30
ma qui risulta che la potenza reattiva Q è data dalla relazione
Q = √3( W13 - W23)
Riportiamo una breve dimostrazione: Se il sistema è simmetrico ed equilibrato il ponte maggiore montato su ciascuna fase misura
quanto i ponti maggiori sulle altre fase (i moduli e la fase dei rispettivi prodotti i scalari sono identici
per ipotesi). Così i ponti minori misurano tra di loro la stessa potenza. Su una data fase la differenza tra
un ponte maggiore e il minore (montato sulla stessa fase) è data da
W13 - W12 = I1 • V13 - I1 • V12
W13 - W12 = I1 • (V13 - V12) = I1 • V23
Il sistema è simmetrico quindi i moduli delle tensioni stellate valgono tutti
E = E10 = E20 = E30
E la relazione tra i moduli delle concatenate (tutti uguali) e delle stellate è
V = V13 = V23 = V31 = √3 E .
Essendo il sistema equilibrato
I = I1 = I2 = I3
φ = φ1 = φ2 = φ3
Mentre lo sfasamento (necessario per calcolare il prodotto scalare che dà luogo alla potenza) della V23 rispetto alla I1 risulta dalla Figura 31 pari a 90°-φ .
In definitiva
W13 - W12 = I1 • V23 = I1 V23 cos (90° - φ) = √3 E I sin φ
Questo lo si può ripetere per tutte le altre fasi per cui
W21 - W23 = √3 E I sin φ
W32 - W31 = √3 E I sin φ
Sommando membro a membro le tre equazioni
3√3 E Isin φ = W13 - W12 + W21 - W23 + W32 - W31
Il primo membro è √3Q (la potenza reattiva) mentre per il secondo membro,
essendo le indicazioni dei ponti maggiori tutte uguali tra loro e stesso dicasi delle indicazioni dei ponti minori, risulta
3(W13 - W23)
In cui si sono scelti gli stessi ponti dell'inserzione Aron.
Quindi
Q = √3(W13 - W23)
Se si vuole misurare la potenza reattiva Q in un sistema trifase a tre fili simmetrico ma non equilibrato si ricorre all'inserzione dei Wattmetri come in Figura 32
La potenza reattiva Q è data dalla seguente formula
Q = W13 - W23 + 2q3√3
Al termine della rassegna dei metodi di misura della potenza trifase proponiamo un possibile collegamento per carichi generici e sistemi non necessariamente simmetrici per il calcolo della potenza reattiva Figura 33
Di ogni fase è nota dalla lettura diretta dei wattmetri di fase la rispettiva potenza attiva assorbita da ogni fase; facendo
il prodotto dell'amperometro su ogni linea con la tensione rispetto al neutro è nota la potenza apparente di ogni fase.
P1 = W1N
P2 = W2N
P3 = W3N
S1 = E10I1
S2 = E20I2
S3 = E30I3
La potenza apparente di ogni fase rappresenta l'ipotenusa di un triangolo rettangolo avente come cateti la potenza attiva e reattiva
come indicato in Figura 34
I carichi industriali trifase sono tipicamente ohmico-induttivi (basti pensare ad un motore elettrico che essenzialmente è costituito
da avvolgimenti su nuclei di ferro) quindi non assorbono solo la potenza attiva P necessaria all'utente per compiere un lavoro, ma anche
potenza reattiva Q dovuta alla presenza dell'induttanza. I generatori delle centrali elettriche devono essere dimensionati per la potenza
apparente S
S = √ P2+Q2
Inoltre il transito di una corrente induttiva sulla linea di collegamento tra la centrale e l'utente genera cadute di tensione sulla linea e perdite "inutili"
di potenza. È però possibile rimediare a questo comportamento (in gergo si dice anche "carico swattato") fornendo "in loco" la necessaria
potenza reattiva richiesta dalla componente induttiva. Questa operazione si chiama "rifasamento".
A fronte della richiesta di potenza attiva P viene richiesto dal carico anche una componente reattiva Q data da
Q = P sin φ
Tale potenza può essere fornita in parte da un condensatore (a causa della reattanza negativa della capacità la potenza reattiva dovuta al
condensatore ha segno opposto della potenza reattiva dell'induttanza: convenzionalmente l'induttanza "assorbe potenza reattiva positiva" mentre la
capacità "assorbe potenza reattiva negativa" il che, convenzionalmente, equivale ad erogarla)
che riduce l'angolo di sfasamento a φrif dove la dicitura "rif" intende il
nuovo sfasamento. Questo è illustrato dalla Figura 35
Nei sistemi trifase quanto esposto si traduce in un dimensionamento di una batteria di condensatori collegati a stella o a triangolo.
Condensatori collegati a stella:
Indicando con Vf il modulo della tensione di fase a cui sono sottoposti i condensatori
3ωC Vf2 = P(tan φ - tan φrif)
C = P(tan φ - tan φrif)3ωVf2
Alla fine del capitolo possiamo stilare un bilancio dei vantaggi dei sistemi trifase
almeno nel caso di tensioni simmetriche e correnti equilibrate
Ipotizziamo il sistema simmetrico ed equilibrato e ragioniamo nel dominio del tempo e studiamo la potenza
istantanea somma delle potenze istantanee in ogni fase
e1(t) = √2Eeff cos (ωt)
e2(t) = √2Eeff cos (ωt - 2π/3)
e3(t) = √2Eeff cos (ωt + 2π/3)
i1(t) = √2Ieff cos (ωt + φ)
i2(t) = √2Ieff cos (ωt + φ - 2π/3)
i3(t) = √2Ieff cos (ωt + φ + 2π/3)
facendo il prodotto della corrente di ogni fase con la rispettiva tensione e applicando la formula di Werner
cos α cos β = 0,5 cos (α - β) + 0,5 cos (α + β)
p1(t) = e1(t) i1(t) = EeffIeff + EeffIeff cos (2 ωt)
p2(t) = e2(t) i1(t) = EeffIeff + EeffIeff cos (2 ωt - 4π/3)
p3(t) = e2(t) i1(t) = EeffIeff + EeffIeff cos (2 ωt + 4π/3)
p(t) = p1(t) + p2(t) + p3(t) = 3EeffIeff + EeffIeffcos (2 ωt) + EeffIeffcos (2 ωt - 4π/3) + EeffIeffcos (2 ωt + 4π/3)
L'ultima sommatoria è cancellata perchè, costituendo una terna simmetrica con pulsazione 2ω, ha risultante nulla. La potenza istantanea
risulta quindi costante e pari a
p(t) = 3EeffIeff
Confrontiamo la potenza dissipata PD in rete a parità del volume di conduttore, di
valore efficace della tensione (e quindi di costi infrastrutturali di conduttori ed isolamento) e di potenza
da trasportare all'utenza finale nei casi
di sistema a corrente continua PDDC, sistema monofase PDM, e trifase PDT.
n numero di conduttori (nei sistemi a corrente continua e monofase vale 2, nei trifase vale 3)
L lunghezza del collegamento
S sezione dei conduttori
R resistenza dei conduttori
ρ resistività dei conduttori
τ volume dei conduttori
τ = nlS
R = ρLS
PD = nρLI2S
PD = n2ρL2I2τ
Sostituiamo I in funzione della potenza P da trasportare
nel caso di corrente continua
IDC = P/V
nel caso di corrente alternata monofase
IM = PV cos φ
nel caso di corrente alternata trifase
IT = P√3V cos φ
La potenza dissipata sulle linee in corrente continua risulta
PDDC = n2ρL2P2τV2 = 4 K
dove K vale
K = ρL2P2τV2
Nel caso di sistema monofase
PDM = n2ρL2P2τV2cos2φ = 4 Kcos2φ;
Nel caso di sistema trifase
PDT = n2ρL2P23τV2cos2φ = 3 Kcos2φ;
In Figura 37 il confronto tra potenze dissipate nei tre tipi di sistemi al variare del cosφ risulta
evidente che il sistema trifase fa risparmiare il 25% di perdite rispetto al monofase e risulta vantaggioso rispetto ai sistemi in corrente continua
per
cosφ > √32
Qui ci si limita ad enunciare il teorema di Galileo Ferraris che sarà approfondito nei capitoli sulle macchine rotanti.
Teorema:
Il campo magnetico risultante di tre campi alternativi prodotti da tre correnti sinusoidali di pari ampiezza e sfasati tra loro 120°
(simmetria delle correnti) e disposto simmetricamente nello spazio
risulta essere un campo magnetico rotante di ampiezza pari a 3/2 il campo magnetico prodotto da un'unica fase
Avendo così creato un campo magnetico rotante, risulta intuitivo che questo metterà in rotazione un magnete permanente
(motore sincrono) o degli avvolgimenti percorsi da corrente (motore asincrono). A tal proposito si rimanda a uno studio approfondito in sezioni successive.